Infezioni da Xylella fastidiosa non stop in Puglia, con l’epidemia che dilaga e si allarga ulteriormente con 229 nuovi ulivi infetti nelle province di Brindisi e Taranto, la Piana degli Ulivi Monumentali sempre più a rischio con 14 focolai solo a Fasano e la virata tarantina di innegabile gravità. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che chiede un piano di monitoraggio più tempestivo, capillare e soprattutto non più esclusivamente visivo, alla luce delle nuove infezioni conclamate di 30 ulivi a Fasano, 62 a Ostuni, 29 a Cisternino, 13 a Ceglie Messapica, 15 a Grottaglie, 32 a Montemesola, 36 a Crispiano, 7 a Taranto e 5 piante infette a Martina Franca, secondo i dati diffusi da InfoXylella.
“La Puglia non può permettersi di perdere senza fare nulla paesaggi e patrimoni straordinari come la Piana degli Ulivi Monumentali e la Valle d’Itria. Lo scempio perpetrato 5 anni fa ad Oria, quando non si vollero estirpare le piante infette, sta avendo i suoi effetti catastrofici, perché proprio da Oria sono partite le due direttrici dell’infezione che puntano verso Polignano, in direzione nord-ovest e verso Massafra, in direzione ovest”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Desta forte preoccupazione il deciso incremento della frequenza delle infezioni nell’Ostunese e nella parte orientale dell’agro di Cisternino – aggiunge Coldiretti Puglia - una continua crescita dei focolai dell’agro di Fasano, dove se ne contano ormai 14, ed un preoccupante incremento tra Crispiano, Montemesola e Grottaglie.
“Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni – torna a ribadire il presidente Muraglia - il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo, perché la Xylella è come il Covid, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento”, ricordando che è andato “perso 1/3 degli ulivi di inestimabile valore preservati nel tempo, è impensabile continuare a perdere un patrimonio vitale per la Puglia sul piano agricolo, paesaggistico, culturale e turistico”, conclude il presidente Muraglia.
La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti -, molto più complicata, con rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.
Un impegno che rischia ora di essere vanificato dall'epidemia di Xylella che dal 2013 ad oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di 1,6 miliardi euro, secondo un'analisi della Coldiretti.
Monitoraggi delle piante non solo visivi e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti tempestivi in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia – sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.