5 Novembre 2021
PENSIONI, LE NOVITÀ NELLA MANOVRA DI BILANCIO 2022

Circola in rete, da alcuni giorni, la bozza del disegno di Legge di bilancio per il 2022, varato dal governo Draghi, il cui iter di approvazione dovrebbe partire in Senato il prossimo 9 novembre. Tra le misure sono previsti interventi sulle pensioni. Si tratta di decisioni molto attese anche in vista della scadenza a fine anno di varie deroghe al progressivo innalzamento dei requisiti minimi di età per il pensionamento introdotti con la riforma Fornero.

Ricordiamo che per la vecchiaia attualmente sono richiesti 67 anni di età unitamente a 20 anni di contributi (15 anni entro il 1992). Per andare in pensione anticipata, indipendentemente dall’età anagrafica, invece servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi, per le donne.

Ecco, dunque, le principali proposte contenute nella bozza di legge che, se approvate dal Parlamento, consentirebbero di anticipare l’uscita dal lavoro nel 2022.

La prima ipotesi al vaglio è il passaggio da “quota 100”, il meccanismo di sconto sui requisiti di accesso dato dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva (62 anni di età + 38 anni di contributi), a “quota 102”, che consentirebbe dunque il pensionamento con 64 anni di età unitamente a 38 di contributi.

Si conferma anche per il 2022 la proroga di “opzione donna” e “Ape Sociale”. Quanto alla prima, si tratta della facoltà riservata alle lavoratrici di accedere alla pensione in via anticipata purché si accetti un calcolo della pensione interamente con il sistema contributivo. Il testo nella versione attuale prevede un inasprimento di due anni dei requisiti di età da maturare entro il 2021: 60 anni per le dipendenti e 61 per quelle autonome (invariati, invece, i 35 anni di contributi richiesti per l’accesso). Tuttavia, sul punto varie le proposte di modifica di cui si discute in questi giorni, tra le principali: l’estensione di questa opzione anche agli uomini, oltre a quella di mantenere gli attuali requisiti anagrafici, vale a dire 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 per quelle autonome.

Quanto all’APE sociale sono ampliate le categorie dei lavoratori gravosi che possono beneficiarne e nel caso di disoccupati, la decorrenza non è più legata alla conclusione da almeno tre mesi della fruizione dell’indennità di disoccupazione.

Tra le misure poi si prevede l’istituzione di un fondo per favorire l'uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un'età anagrafica di almeno 62 anni, nonché di un Fondo per interventi pensionistici perequativi da garantire per tutti gli appartenenti alle Forze Armate, di Polizia e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Novità anche per la previdenza dei giornalisti, che dal primo luglio prossimo passerà all’Inps.

Dopo il consueto ciclo di audizioni, l’esame e le varie modifiche al testo varato dal Consiglio dei Ministri, il lungo iter parlamentare si chiuderà con l’approvazione della legge entro il 31 dicembre e la sua entrata in vigore il 1° gennaio.

Fiorito Leo

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