Cresce nel primo trimestre 2019 del 26,9% l’export pugliese di prodotti della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, una conferma della grande dinamicità del settore, nonostante il gap della logistica che la Puglia e l’Italia scontano rispetto ad altri Paesi. E’ Coldiretti Puglia a commentare i dati Istat sulle esportazioni che nel segmento ortofrutticolo pugliese segnano un ulteriore balzo in avanti.
“E’ il successo dell’export legato a precisi distretti produttivi, con Foggia che fa la parte da leone in Puglia, vive una crescita tangibile grazie soprattutto agli sbocchi in Germania e negli Stati Uniti di ortofrutta e conserve che registrano una crescita del 16%”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
“Oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania – aggiunge il presidente Muraglia - la Puglia si è imposta negli ultimi anni in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia. La specializzazione strutturale dell’ortofrutticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti, supportata dalle grandi performance produttive. Tutto ciò va tutelato e promosso sui mercati italiani e mondiali”.
Ancora bassa invece la capacità di esportazione in Cina, Russia, Giappone – dice Coldiretti Puglia - un tema su cui impattano problematiche di conservazione degli alimenti, complessità logistica e lontananza dei mercati.
In particolare, le esportazioni dell’agroalimentare pugliese in Russia hanno perso oltre 160milioni di euro in 5 anni, a causa dell’embargo totale sancito dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, secondo una analisi di Coldiretti Puglia fatta dopo la decisione del Consiglio europeo di estendere di altri sei mesi le sanzioni economiche alla Russia per la guerra in Ucraina, una decisione che porterà molto probabilmente al rinnovo dell’embargo deciso da Putin come ritorsione quasi 5 anni fa.
“Si registra un crollo del 78% in valore dell’agroalimentare esportato, passato da 55 milioni di euro nel 2014 ad 11 milioni di euro nel 2019 – conclude il presidente Muraglia - un blocco dell’export, dunque, molto dannoso per la Puglia”.
Il dato è confermato anche da Ismea, aggiunge Coldiretti Puglia, che segnala la forte battuta di arresto dell’export a causa dell’embargo russo per alcuni settori chiave come frutta fresca, carni, latte e derivati, prodotti spesso legati ad aree circoscritte come Puglia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Puglia e Lazio, per le quali il danno economico è ancora più rilevante.
La Puglia, secondo i dati ISMEA, è prima in Italia per aziende ortive in piena area (ortaggi non coltivati in serre), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi. In particolare ha numeri da record – aggiunge Coldiretti Puglia - su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria.