15 Novembre 2008
CRISI GRANO DURO – PREZZI ANCORA PIU’ GIU’

Coldiretti anche oggi ha voluto dimostrare il proprio dissenso non partecipando alla seduta della commissione prezzi che oggi ha fissato al ribasso ad € 23,40 il prezzo del grano duro.
In un momento di grande disagio non si può avallare prezzi di mercato che si realizzano in un contesto legato ai bisogni dei produttori agricoli, bisognosi di liquidità quando l’impresa agricola deve programmare una nuova campagna, il tipico contesto del “coltello alla gola” rende forse meglio l’idea di quanto si possa speculare e rendere ufficiale una tendenza che non può essere considerata di mercato.
A nostro avviso la commissione prezzi andrebbe sciolta perché, di fatto, non realizza le aspettative a cui essa si ispira e che, di fatto, produce effetti disastrosi per l’economia locale, ci dispiace della posizione attendista delle altre organizzazioni agricole che nulla hanno fatto per sostenere una sana e giusta protesta per la tutela dei cerealicoltori della Capitanata.
La mobilitazione di Coldiretti che iniziò con l’occupazione del porto di Manfredonia, continua incessante con azioni di pressione politica verso tutte le istituzioni.
Infatti in data quattro novembre 2008, a nome del senatore Sanciu è stata presentata un’interpellanza parlamentare sul traffico commerciale del grano duro dall’estero per l’Italia da cui riparte per l’estero come pasta Made in Italy (allegata).
Allo stesso tempo già 35 comuni della provincia di Foggia hanno deliberato di sostenere la battaglia di Coldiretti per chiedere al Parlamento l’approvazione di una legge che tuteli l’origine in etichetta per la pasta Italiana con l’obbligo di descrivere la provenienza del grano utilizzato per produrre la pasta messa in commercio.
Nei prossimi giorni tutti gli altri comuni della provincia faranno altrettanto, e da allora in poi la nostra protesta si dovrà spostare necessariamente ai livelli di Regione e Governo, perché la pasta Italiana rimanga il più autorevole ambasciatore del made in Italy a tutela dei produttori e dei consumatori, con i quali, se non vi sarà una chiara inversione di tendenza sui prezzi, scenderemo in piazza a migliaia e questa volta non per una giornata ma ad oltranza.
 

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TERRAINNOVA

 

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