L’innalzamento improvviso delle temperature fino a 25 gradi in Puglia con l’arrivo di una inaspettata ottobrata dopo settimane di freddo e maltempo conferma un 2020 che si classifica fino ad ora come il secondo anno più bollente mai registrato in Italia dal 1800, con una temperatura di oltre un grado (+1,09 gradi) più elevata della media storica. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del bollettino meteorologico di ARIF, Agenzia delle attività irrigue e forestali regionale, mentre gli invasi sono a secco con una diminuzione di 79 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso.
In Puglia si alternano temperature alte e siccità a nubifragi e improvvise grandinate – aggiunge Coldiretti Puglia - con fenomeni estremi da settembre ad oggi come fulmini e scariche elettriche ad Andria e a Mola di Bari, grandinate eccezionali a Martina Franca, Lucera e a Valenzano, un tornado a Morciano di Leuca e nubifragi ad Altamura e a Fasano, secondo le elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD).
“Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali”, segnalaSavino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi.
Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia - perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 3 miliardi di euro in un decennio in Puglia, tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.