Al Villaggio Coldiretti a Bologna buyer internazionali a caccia di prodotti agroalimentari 100% Made in Italy da filiera corta e garantita per le tavole di Spagna, Francia, Sud America, nord ed est Europa. E’ quanto riferisce Coldiretti Puglia, a margine di un incontro in cui le aziende agricole hanno potuto spiegare proprietà organolettiche e certificazioni di prodotti da agricoltura convenzionale e bio richieste dai mercati internazionali, a partire proprio dall’olio extravergine di oliva.
“Le battaglie di Coldiretti per tutelare il patrimonio del ‘made in Italy’ agroalimentare e bloccare lo scippo di identità che il territorio quotidianamente subisce ad opera dei famigerati agropirati nazionali ed internazionali trovano ragion d’essere proprio nel valore delle principali filiere agroalimentari di eccellenza del territorio italiano. L’agricoltura nazionale è la più green d’Europa con l’Italia che può fare da apripista nella Ue sulla trasparenza dell’informazione ai consumatori estendendo a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti e superare l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero”, ha spiegato Carmelo Troccoli, Direttore della Fondazione Campagna Amica nella presentazione delle eccellenze raccontate ai 40 buyer internazionali.
“L'olio è il terzo prodotto pugliese più esportato – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – e rappresenta il 9% dell’export di olio dall’Italia. La Puglia produce oltre il 50% dell’olio extravergine di oliva italiano, con un grande sforzo da parte di olivicoltori e frantoiani di arrivare sui mercati nazionali ed esteri con un prodotto di alta qualità e una rinnovata immagine e visibilità, rispondendo alla crescente domanda mondiale su cui incide la maggiore consapevolezza degli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva, provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione”, commenta il presidente Muraglia.
L’export del vino è vitale per la provincia di Lecce che recupera nel 2018 un ragguardevole 14,60% rispetto all’anno precedente, aggiunge Coldiretti Puglia. Buona posizione della provincia di Foggia, rileva Coldiretti Puglia, quinta nella classifica delle esportazioni di frutta e ortaggi lavorati e conservati con 158 milioni di euro nel 2018, sul totale regionale di 186 milioni di euro.
“Oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania – conclude il presidente Muraglia - la Puglia si è imposta negli ultimi anni in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia. La specializzazione strutturale dell’orticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive. Tutto ciò va tutelato e promosso sui mercati italiani e mondiali”.
La specializzazione strutturale dell’orticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente – aggiunge Coldiretti Puglia - di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive. Ancora bassa invece la capacità di esportazione nelle Americhe, in Cina, in Russia, in Giappone – dice Coldiretti Puglia - un tema su cui impattano problematiche di conservazione degli alimenti, complessità logistica e lontananza dei mercati.
L’Italia – conclude Coldiretti – grazie al pressing della Coldiretti è all’avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori.